
La croce artistica “Voca Me” realizzata dall’artista Maria Grazia Toto, nel 2022 con i resti di vecchie barche, in occasione dell’ottavo centenario del passaggio del Santo da Milazzo e collocata a galleggiare nello specchio d’acqua sottostante il Santuario rupestre di Sant’Antonio nella baia di Capo Milazzo per settimane., diventando per molti simbolo di fede in tempi di naufragio. (ph Antonio La Malfa)
Il Santuario di Capo Milazzo
Alla conclusione della strada provinciale, via S. Antonio, che dal centro di Milazzo si snoda lungo il promontorio di Capo Milazzo, posto tra il golfo di Milazzo e il golfo di Patti, si raggiunge un piazzale panoramico, su cui si affaccia il cancello di accesso al Santuario di S. Antonio da Padova.
Dal cancello, percorrendo in discesa una scalinata verso il sottostante litorale, a metà costa, si raggiunge il Santuario rupestre di S. Antonio da Padova, luogo dove il Santo trovò primo rifugio, dopo essere naufragato sulle coste del Capo (gennaio 1221) provenendo dalla missione di ritorno dal Marocco, in Africa.
Secondo la tradizione la nave su cui viaggiava il Santo, di ritorno dal Marocco, fu costretta da una tempesta ad approdare fortunosamente (o, secondo alcuni, addirittura naufragio) su questo tratto di costa. Antonio trovò immediato rifugio in una delle grotte che, numerose, punteggiano le pareti rocciose del promontorio. Si trattava di un riparo di fortuna, utilizzato dai pescatori dell’epoca come ricovero per le reti e gli attrezzi da lavoro. Da lì, poi, dopo qualche giorno il nostro giunse a Messina, dove trovò accoglienza in un convento di frati francescani e dove venne a conoscenza dell’imminente primo grande Capitolo che avrebbe riunito ad Assisi i frati alla presenza di Francesco.
La grotta fu trasformata in luogo di culto e devozione, divenendo una chiesetta, scavata nella roccia (già dal 1232).
Fu un eremita che, stabilitosi successivamente (agli inizi del 1500) nel luogo, sistemò la grotta e vi collocò un’effigie del Santo trasformandola in luogo di culto. Da subito, l’affluenza di pellegrini al luogo fu talmente copiosa che, pochi decenni dopo (1575), una facoltosa famiglia di origini messinesi, i Guerra, volle darle la fisionomia di una vera e propria chiesa, cominciando col rivestirne le pareti di preziosi marmi.
Una volta varcato il portale d’ingresso in pietra (risalente al 1699), il fedele si trova in una suggestiva chiesetta a navata unica (il campanile esterno è a vela), con il tetto ancora scavato nella nuda roccia. Le pareti sono invece ricoperte di bassorilievi marmorei che narrano episodi della vita del Santo, opera dello scultore trapanese Federico Siracusa (1759-1837). Sul lato destro dell’altare centrale, in marmo intarsiato e che domina l’abside, troviamo una nicchia nella roccia che è il luogo più antico della chiesa: qui si ritiene che Antonio celebrò l’eucaristia durante la sua breve permanenza. Sopra un altare laterale è posta la copia (l’originale, purtroppo, fu trafugato negli anni ’90) di una tela antica raffigurante la Madonna della Provvidenza, che, secondo l’iconografia tradizionale, allarga il suo manto a protezione dei fedeli, circondata da quattro angeli rappresentati nell’atto di portare grano, pesce e frutta. Sull’altare maggiore è collocata la statua lignea del “Santo di Padova”, statua lignea del Santo (1704), attribuita allo scultore palermitano Noè Marullo, che sostituì l’originale cinquecentesca andata distrutta in un incendio.
Il Santuario è nel territorio della Parrocchia S. Maria Addolorata di Capo Milazzo.
Il luogo del Naufragio e dell’inizio di un nuovo cammino
“Hic naufragium. Hinc itineris initium“ , è il simbolo del nostro Santuario.
Qui il naufragio. Da qui inizia il cammino
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Altare maggiore

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Un rifugio di fede e serenità
Il Santuario, un luogo ricco di storia e spiritualità, dove la pace e la devozione si fondono in un’esperienza indimenticabile, ripercorrendo anche l’esperienza del Santo di crescita nella sconfitta, la sua missione in Africa.
Il Santuario è aperto il sabato e la domenica, dalle 9 alle 18 e il martedì pomeriggio dalle 16.00 alle 19.30; in altre giornate su orari concordati con il Rettore del Santuario
L’abbrivio, Cammino sulle orme di Antonio
Ripercorrere a piedi un tratto di strada del Santo. Un itinerario di 73 km tra fede e riflessioni, tra borghi e natura, fino a Messina.
Quando e come nasce il Cammino di Sant’Antonio?
Frutto dell’esperienza dell’iniziativa “Antonio 2020-2022”, vuole costituire la possibilità di ripercorrere l’itinerario siciliano di Antonio
Perchè Abbrivio?
L’abbrivio è l’impulso iniziale con cui si dà moto o si aumenta gradualmente la velocità di una imbarcazione, esattamente ad immagine di Antonio dopo il naufragio sulle coste del Capo
C’è un referente per avere informazioni?
Un’équipe di volontari collabora con il Santuario e sovraintende al cammino, i cui recapiti sono sia nella pagina dedicata che quella dei contatti

Santuario di Sant’Antonio: spiritualità e paesaggi unici
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Visita guidata al Santuario
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Un’esperienza che unisce storia sacra e bellezza naturale del Santuario e dell’Area marina protetta circostante.
Accoglienza e Preghiera
Un ambiente sereno per momenti di riflessione e spiritualità immersi nella natura.
Patrimonio Storico
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Eventi e Celebrazioni
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L’Abbrivio – Cammino sulle orme di Antonio
Rivivi il viaggio a piedi di Antonio da Capo Milazzo a Messina, attraverso un percorso tra borghi e natura, percorrendo i 70 km in quattro (o tre) giornate.
